
La mostra nasce dalla necessità di proporre un’ulteriore divulgazione del patrimonio conservato nell’archivio vangadiciense e illustrare una fascia temporale importante, quella più significativa della Vangadizza che nel 1219 ottenne da Federico II di Svezia la conferma del privilegio riconosciutole da Federico I “Barbarossa” con il quale il monastero della Vangadizza è dichiarato dipendente soltanto all’autorità imperiale.
Elementi principali della mostra saranno le riproduzioni delle pergamene più significative dalle prime “Donazioni” (anno 954) a quelle successive ai “Privilegi” concessi alla Vangadizza, sino ai primi anni del 1300. Il periodo preso in considerazione parte dalla prima donazione dell’anno 954 confermato dalla pergamena che nell’archivio vangadiciense ha il numero uno quella del 1298 quando fra la Vangadizza e il comune di Padova viene firmata la “Permutatio”: l’antica abbazia cede i suoi diritti feudali, soprattutto quelli di “catena” sull’Adige e Adigetto, a Padova e in cambio riceve protezione. Saranno anche presentati alcuni catastici della fine del 1700 del territorio badiese per dare una dimensione della presenza della Vangadizza sul territorio di Badia Polesine.
In mostra anche alcune planimetrie del monastero di fine ‘700.
L’archivio storico della Vangadizza è custodito dal Sodalizio Vangadiciense che ha sede nello stesso ex monastero in locali messi a disposizione dal comune di Badia Polesine proprietario di tutto il complesso dal 1985.
Il concerto ruota intorno alla figura di Orazio Tarditi (Roma, 1601 – Forlì, 1677), monaco benedettino camaldolese, compositore e cantore di solidissima fama tra i suoi contemporanei, come testimoniano le cronache, le dediche e i legami con diversi tra i maggiori musicisti del Seicento italiano. Figlio di un compositore romano non minore, conobbe una fortunata carriera musicale favorita dalla vivacità culturale, dalla notevole mobilità e dal grande patrimonio spirituale che caratterizzavano la sua congregazione monastica tra Medioevo e prima età moderna. Fu a lungo attivo anche presso diverse abbazie venete come quelle di San Michele in isola, di Badia Polesine e di Carceri.
Il programma intende illustrare sia la straordinaria varietà che contraddistingue la produzione sacra di questo prolifico compositore, sia la sua curiosità e le esperienze condotte nell’ambito della vocalità profana, svolte tanto nel solco della grande tradizione madrigalistica, quanto nelle diverse tipologie ormai squisitamente barocche dell’aria e della canzonetta; ma non mancheranno nemmeno i collegamenti con la musica strumentale e il concorso sempre più massiccio dei violini.
Le musiche presentate sono per lo più inedite, frutto di oltre quindici anni di ricerche condotte dal musicologo prof. Daniele Torelli (Libera Università di Bolzano) intorno alla cultura musicale del monachesimo italiano tra Cinque e Seicento. Gli esecutori, accuratamente formati alle prassi esecutive storicamente informate e agli strumenti antichi, provengono tutti dall’Istituto di Musica antica della Civica Scuola di Musica «Claudio Abbado» di Milano e sono posti sotto la direzione del maestro Antonio Frigé, coordinatore dell’Istituto.
Link Mostra
Le Pietre di Petra
Abbazia della Vangadizza – Badia Polesine – 21 mag – 11 giu
www.arte.it/calendario-arte/rovigo/mostra-le-pietre-di-petra-25545
Le Pietre di Petra – Mostra – Badia Polesine – Scoop.it
Le Pietre di Petra, Abbazia della Vangadizza Badia Polesine, la mostra d’arte dell’artista nella città di Badia Polesine.
15 mar 2016
Le pietre parlano del passato glorioso
www.rovigooggi.it/articolo/2011…/le-pietre-parlano-del-passato-glorioso
13 ago 2011 – All’inizio si chiamava Petra e in pochi lo sanno. Era un centro culturale di prima categoria nel Medioevo
“Le Pietre di Petra”
Pubblicato su http://www.controluce.it/notizie/le-pietre-petra/