Archivio del Sodalizio Vangadicense
Fondato il Sodalizio Vangadiciense si sente la necessità di poterne organizzare presso l’Abbazia della Vangadizza l’archivio storico.
Il 5 novembre 1977 il conte Michel de Rostolan dona tutto l’archivio, quello antico e quello cosiddetto di famiglia, al Sodalizio Vangadiciense del quale è presidente onorario; il 29 agosto 1980 gli eredi del conte Michel de Rostolan donano al “Sodalizio Vangadiciense” anche l’archivio di “Casa D’Espagnac.
Con questa seconda donazione tutti i documenti in possesso dei de Restolan passano al Sodalizio Vangaciense, ma manca la sede dell’Archivio e questa è la preoccupazione dell’allora sovrintendente archivistica dr.ssa Bianca Lanfranchi Strina anche perché la Vangadizza viene venduta a privati dalla famiglia de Rostolan.
La svolta avviene nel 1985 quando il Comune di Badia Polesine acquista l’Abbazia della Vangadizza dai Fratelli Bonetto di Menà di Castagnaro (VR): da quel momento si profila la possibilità di poter sistemare i locali dove allestire l’Archivio Vangadiciense. Su proposta dell’allora assessore alla Cultura Giorgio Paolo Aguzzoni il 7 maggio 1987 il Consiglio Comunale di Badia Polesine approva all’unanimità la “Convenzione tra il Comune di Badia Polesine e il Sodalizio Vangadiciense per l’istituzione e la gestione dell’archivio storico del sodalizio stesso consistente in atti e documenti della soppressa Abbazia della Vangadizza di Badia Polesine”.
Una nuova tappa matura il 21 agosto 1989 quando la sovrintendente archivistica dr.ssa Bianca Lanfranchi Strina comunica al Comune di Badia Polesine, e per conoscenza alla Prefettura di Rovigo, che l’Archivio del Sodalizio Vangadiciense è stato “dichiarato di notevole interesse storico” con atto della stessa Sovrintendenza Archivistica per il Veneto.
Sabato 31 maggio 1996 l’Archivio Vangadiciense, allestito presso l’Abbazia della Vangadizza con il contributo della Fondazione della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, viene inaugurato. All’indomani della morte del presidente Guido Mora l’Archivio, su proposta di Camillo Corrain, gli viene intitolato.